Quali stoviglie usavano nel medioevo? e come le producevano? parlare di ceramica significa allargare il campo e affrontare svariati argomenti, dalla produzione, al commercio, all'alimentazione.

Le prime ceramiche medievali usate sulle tavole erano di produzione bizantina oppure araba. Poi, assieme ai prodotti, si importò anche la tecnica di fabbricazione e probabilmente grazie a artigiani giunti in Italia nacquero le prime produzioni padane. Apripista fu la graffita tirrenica, che poi si diffuse in Piemonte e da lì in Lombardia e in tutta l'Italia del nord, fino al Friuli Venezia-Giulia.

Con graffita si intende una ceramica a duplice cottura, decorata da incisioni. Interessante è il processo di realizzazione: il pezzo asciugato, non ancora cotto viene ingobbiato, viene cioè ricoperto da una patina bianca, ovvero un rivestimento argilloso, di terra bianca molto fine e depurata. Una volta asciutto l'ingobbio, si può decorare con incisioni, per poi mettere il pezzo nella fornace per la prima cottura.

La colorazione e vetrina. Dopo la prima cottura si passa alla decorazione, con colori di origine naturale. La graffita di prima produzione presentava come colori giallo e verde, derivanti dagli ossidi minerali rispettivamente di ferro e rame, commerciati in panetti. Al momento dell'utilizzo erano spezzati e macinati in sospensione acquosa in mulini da colore, spesso azionati da animali o da ruote. Dopo il colore è la volta della Vetrina, una soluzione di silice o ossido di piombo che renderà il pezzo impermeabile dopo la seconda cottura.
L'impermeabilità è condizione necessaria per l'uso sulle tavole delle ceramiche.

In Lombardia invece si continuò con la graffita tardiva, con sfumature come blu e viola, colori ottenuti da ossido di cobalto e manganese. Accanto a queste si diffusero le invetriate marrone, sia graffite che non lavorate. Spesso queste erano decorate da simboli religiosi, come la croce o i simboli della passione, probabilmente con intento salvifico.
Fra le decorazioni più comuni abbiamo quelle con un medaglione centrale, attorniato da fasce vegetali, mentre sul bordo la decorazione era a graticci. In alcune aree compaiono spesso figure animali, come gli uccelli e a volte strani ritratti.

A partire dal XV secolo cambiarono le abitudini alimentari e i commensali cominciarono a mangiare nei piatti individuali. Le forme così si ampliarono, aumentarono i pezzi sulla tavola. Oltre alla funzione alimentare, i piatti assolvevano a un ruolo sociale, ed erano per questo esposti nelle credenze. Contenitori e altri suppellettili di servizio e di cucina vengono prodotti e decorati alla stessa maniera. Non esistevano però produzioni nobili o popolane, ma la distinzione era solo nella qualità, di prima o seconda scelta.
Ovviamente l'uniformità in tavola era molto rara, pertanto nel commensale si trovavano "cocci" di tipo e colore o materiali diversi.

La nostra collezione riprende tinte e disegni tipici della nostra area nella seconda metà del XV secolo.

 
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Tavolo con ceramiche

 

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