MS - 14S AG - Gelgoog

 

I mezzi utilizzati nella fantastica saga di Gundam, ci hanno sempre affascinato per la loro originalità e perfezione, pur non conoscendone molto della serie animata. Abbiamo però subito intuito la potenzialità dei mezzi rappresentati e della sfida che ponevano nella loro realizzazione, visto oltremodo le loro dimensioni.

Per una questione puramente estetica ci affascinarono principalmente quelli appartenenti al principato di Zion e fra questi il Gelgoog. Decidemmo pertanto di provare a costruirlo. La scelta della scala 1/100 Master Grade fu motivata principalmente dalla buona dote di particolari e accessori e dalla possibilità di potervi operare delle modifiche e miglioramenti che nella scala inferiore (1/144) erano più difficoltose.

La cosa più snervante di questi Mobil Suite è che le parti meccaniche (cioè quelle più interessanti) sono coperte dalla carrozzeria e che pertanto sono difficilmente visibili. Pertanto progettammo di ambientarlo in fase di manutenzione per poterlo "spogliare" di alcune parti e cimentarci con un super detaglio. Per una questione di bilanciamento visivo, scoprimmo solamente un polpaccio e parte dell'avanbraccio.

La gamba venne costruita modificando e amplificando i giunti di snodo della caviglia e del ginocchio. Una buona dose di cavi e connettori idraulici resero le parti più "massicce". I motori innestati nelle gambe, in origine molto semplici, furono migliorati con plasticard e parti provenienti dalla nostra banca pezzi per dare all'insieme maggiore complessità al sistema. I cablaggi idraulici, lisci, sono stati sostituiti con altri più appropriati utilizzando un cordoncino.

Anche le braccia nei punti di snodo del gomito e della spalla sono stati migliorati. Si evidenzia a tal proposito che gli snodi in generale sono risultati troppo fragili e si sono rotti diverse volte in fase di assemblaggio a secco. Questo ci ha costretto a ricostruirli o rinforzarli in plastica. Sul braccio del Gelgoog vi sono due prese d'aria molto vistose. Ne abbiamo aperto una in favore di un super dettaglio del sistema. Come esempio abbiamo preso i disegni ricavati da riviste specializzate del settore ricostruendone parte dei meccanismi. Le griglie sono state rifatte completamente. Anche le spalle (enormi…) sono state arricchite internamente anche se poi non si vedrà molto.

Ci spiaceva non poter accennare alla possibilità di poter mostrare la cabina di guida che pertanto è stata ricostruita ex novo nell'alloggiamento originale che da scatola era vuoto. Vista la scala e il poco spazio non è stato molto facile. Comunque lasciando il portellone aperto si vede la differenza.

Il boster-pak era già bello di suo, ma lo abbiamo migliorato con ulteriori parti e aprendo le prese d'aria che in origine sono solo in rilievo. Sopra lo zaino abbiamo aggiunto un mega serbatoio supplementare che ha dato maggior importanza al tutto.

La seconda antipatica sorpresa, per chi non ha mai costruito un meka, è che questi sono snodabili. Pertanto la loro colorazione non va fatta in fase finale con il kit già tutto assemblato ma i pezzi devono essere colorati singolarmente (o almeno noi abbiamo usato questa soluzione). Questo comporta una semplificazione della colorazione utilizzando poche mascherature ma un dannamento per il montaggio con il rischio di graffiare i pezzi.

Una volta terminato l'assemblaggio abbiamo proceduto ad un invecchiamento con oli. Marrone scuro per le parti rosse, nero e viola per le parti meccaniche. A vernici asciutte un passaggio di aerografo con colori di terra e fumo sulla parte dei piedi gli ha dato un maggior realismo.

Abbiamo evitato il dry brush sulla carrozzeria perché la scala del modello era troppo elevata per poter avere righe nette optando sempre per dei passaggi ad aerografo di bianco diluito.

Il diorama è stata la parte più divertente e tremenda del modello (sempre per via della scala). Abbiamo autocostruito l'intera struttura, la scala di servizio e tutti gli accessori presenti. I personaggi provengono dal settore ferroviario e sono stati modificati per rederli dei meccanici, ispirandoci a quelli visti sulle portaerei. Del trattore, anche lui derivante dal ferroviario, è stato utilizzato lo chassis originale su questo abbiamo montato il serbatoio di propellente. Riteniamo che l'ambientazione sia parte integrante del modelo vista la complessità della stessa, ed insieme, arricchiscono l'intera scena.