I mezzi utilizzati
nella fantastica saga di Gundam, ci hanno sempre affascinato per la loro
originalità e perfezione, pur non conoscendone molto della serie animata.
Abbiamo però subito intuito la potenzialità dei mezzi rappresentati e
della sfida che ponevano nella loro realizzazione, visto oltremodo le
loro dimensioni.
Per una questione
puramente estetica ci affascinarono principalmente quelli appartenenti al
principato di Zion e fra questi il Gelgoog. Decidemmo pertanto di provare
a costruirlo. La scelta della scala 1/100 Master Grade fu motivata principalmente
dalla buona dote di particolari e accessori e dalla possibilità di potervi
operare delle modifiche e miglioramenti che nella scala inferiore (1/144)
erano più difficoltose.
La cosa più snervante
di questi Mobil Suite è che le parti meccaniche (cioè quelle più interessanti)
sono coperte dalla carrozzeria e che pertanto sono difficilmente visibili.
Pertanto progettammo di ambientarlo in fase di manutenzione per poterlo "spogliare"
di alcune parti e cimentarci con un super detaglio. Per una questione di bilanciamento
visivo, scoprimmo solamente un polpaccio e parte dell'avanbraccio.
La gamba venne
costruita modificando e amplificando i giunti di snodo della caviglia e del
ginocchio. Una buona dose di cavi e connettori idraulici resero le parti più
"massicce". I motori innestati nelle gambe, in origine molto semplici, furono
migliorati con plasticard e parti provenienti dalla nostra banca pezzi per
dare all'insieme maggiore complessità al sistema. I cablaggi idraulici, lisci,
sono stati sostituiti con altri più appropriati utilizzando un cordoncino.
Anche le braccia
nei punti di snodo del gomito e della spalla sono stati migliorati. Si evidenzia
a tal proposito che gli snodi in generale sono risultati troppo fragili e
si sono rotti diverse volte in fase di assemblaggio a secco. Questo ci ha
costretto a ricostruirli o rinforzarli in plastica. Sul braccio del Gelgoog
vi sono due prese d'aria molto vistose. Ne abbiamo aperto una in favore di
un super dettaglio del sistema. Come esempio abbiamo preso i disegni ricavati
da riviste specializzate del settore ricostruendone parte dei meccanismi.
Le griglie sono state rifatte completamente. Anche le spalle (enormi…) sono
state arricchite internamente anche se poi non si vedrà molto.
Ci spiaceva
non poter accennare alla possibilità di poter mostrare la cabina di guida
che pertanto è stata ricostruita ex novo nell'alloggiamento originale che
da scatola era vuoto. Vista la scala e il poco spazio non è stato molto facile.
Comunque lasciando il portellone aperto si vede la differenza.
Il boster-pak
era già bello di suo, ma lo abbiamo migliorato con ulteriori parti e aprendo
le prese d'aria che in origine sono solo in rilievo. Sopra lo zaino abbiamo
aggiunto un mega serbatoio supplementare che ha dato maggior importanza al
tutto.
La seconda antipatica
sorpresa, per chi non ha mai costruito un meka, è che questi sono snodabili.
Pertanto la loro colorazione non va fatta in fase finale con il kit già tutto
assemblato ma i pezzi devono essere colorati singolarmente (o almeno noi abbiamo
usato questa soluzione). Questo comporta una semplificazione della colorazione
utilizzando poche mascherature ma un dannamento per il montaggio con il rischio
di graffiare i pezzi.
Una volta terminato
l'assemblaggio abbiamo proceduto ad un invecchiamento con oli. Marrone scuro
per le parti rosse, nero e viola per le parti meccaniche. A vernici asciutte
un passaggio di aerografo con colori di terra e fumo sulla parte dei piedi
gli ha dato un maggior realismo.
Abbiamo evitato
il dry brush sulla carrozzeria perché la scala del modello era troppo elevata
per poter avere righe nette optando sempre per dei passaggi ad aerografo di
bianco diluito.
Il diorama è
stata la parte più divertente e tremenda del modello (sempre per via della
scala). Abbiamo autocostruito l'intera struttura, la scala di servizio e tutti
gli accessori presenti. I personaggi provengono dal settore ferroviario e
sono stati modificati per rederli dei meccanici, ispirandoci a quelli visti
sulle portaerei. Del trattore, anche lui derivante dal ferroviario, è stato
utilizzato lo chassis originale su questo abbiamo montato il serbatoio di
propellente. Riteniamo che l'ambientazione sia parte integrante del modelo
vista la complessità della stessa, ed insieme, arricchiscono l'intera scena.
|