Il Trade Federation Tank, ci ha subito colpito sia per la sua originale forma a ferro da stiro che lievitava sul terreno dandogli una buona immagine di potenza; sia per la sua proiezione di forza distruttiva data dall'enorme quantità di sistemi di fuoco in dotazione. Il kit è come al solito della AMPC-RTL che è un vero mal di panza in fatto di modelli, dove la parola d'ordine è "imprecisione". I pannelli non sono scolpiti male ma non coincidono assolutamente. Alcune parti poi sono completamente sbagliate, pertanto pur non avendo molti pezzi il lavoro si è presentato subito pesante.

Lo scafo si assembla con pochissimi parti ma dopo vari tentativi di farlo "quadrare" abbiamo deciso di stuccare in maniera massiccia. Il lavoro di rifinitura è stato tosto perché alcune parti erano difficilmente raggiungibili, tipo i tubi lanciasiluri e la torretta piena di rivetti e bulbi rotondi. Il passo successivo è stato l'attacco dei cannoncini laterali che sono stati forati e raddrizzati. Il lavoro più grande si è avuto con il cannone laser che era completamente errato, pertanto dopo aver montato la torretta abbiamo studiato il lavoro. Non avendo molta documentazione in nostro possesso abbiamo dovuto accontentarci di ripassare fotogramma per fotogramma il film. Il blocco di attacco alla torretta era vuoto e pertanto è stato riempito e ricostruito quasi per intero aggiungendo i particolari assenti. Il cannone è stato rifatto con tondini di ottone rispettando le misure esatte.

La colorazione non era di facile individuazione in quanto policromatica e di toni simili. Abbiamo deciso seguire le indicazioni della scatola che ci sembravano più reali. Abbiamo steso più mani di acrilico ad aerografo, mascherando di volta in volta le altre parti. Una mano di protettivo opaco ci ha aiutato con i lavaggi di olio e diluente sintetico. Come sistema abbiamo seguito quello utilizzato dai carristi che è risultato più idoneo. Un invecchiamento con scrostature e abrasioni rispecchiava lo status di manutenzione tipico dei mezzi della federazione.

Per dargli una buona impressione di slancio abbiamo costruito una base erbosa in pendenza come quella che si vede nel film quando il mezzo va in battaglia contro i Gungam. Questo permetteva anche di visionare meglio la parte bassa del mezzo. Con un perno di acciaio incastrato nel fondo l'AAT risultava sospeso per aria in maniera convincente.

L'erba del diorama, visto che nel film era alta e si muoveva col vento l'abbiamo realizzata con della stoppa attaccata millimetro per millimetro una accanto all'altra e poi sfoltita a forbice fino ad ottenere una densita ed una postura verticale molto reale. La stessa è stata aerografata di varie tonalità di verde.

Nell'insieme se si vuole ottenere un modello fatto bene bisogna lavorarci molto, visto che l'unica marca che li produce non è molto precisa, ma poi il risultato ripaga la fatica fatta.